Colesterolo: Riabiltati i Latticini.
Considerati,da sempre, ricchi di grassi saturi, latte e derivati sono spesso banditi dalle diete per il controllo del colesterolo. Un nuovo studio li riabilita, dimostrando come proprio il consumo abituale di prodotti lattiero-caseari possa associarsi a una riduzione del livello dei grassi nel sangue.
Una recente ricerca ha dimostrato che chi è abituato a portare spesso a tavola questi alimenti ha meno grassi nel sangue.
Secondo un nuovo studio condotto dall'Università di Reading (Regno Unito) e pubblicato sull'International journal of obesity, non ci sarebbe alcun collegamento tra consumo di latte e latticini e aumento dei livelli di colesterolo nel sangue. Anzi: analizzando i dati di 1,9 milioni di persone, i ricercatori hanno scoperto che proprio quelle abituate a mangiare regolarmente latte e derivati, e quindi portatrici di una specifica variante del gene della lattasi, hanno livelli più bassi di colesterolo totale (buono e cattivo). *Secondo lo studio inglese, il consumo di latte e derivati si assocerebbe a un rischio inferiore del 14% di cardiopatia coronarica e all'il% di probabilità in meno di sviluppare diabete di tipo 2 o conseguenze circolatorie legate allo stato di infiammazione causato da alti livelli di glucosio nel sangue.
Latte e derivati sono alimenti completi, ricchi di nutrienti preziosi, come calcio, magnesio, potassio, fosforo e selenio, vitamine idro e liposolubili (A,C, K e del gruppo B), proteine e aminoacidi, acidi grassi a catena corta ed enzimi. Possono contenere anche probiotici, una percentuale variabile di lattosio e, talvolta, una buona dose di grassi saturi. Perciò, ai pari di alimenti come carne e uova, sono ingiustamente considerati tra i primi da escludere per tenere sotto controllo il colesterolo.
NON TUTTO IL GRASSO È DANNOSO. Non tutto il grasso presente negli alimenti si trasforma in colesterolo "cattivo"(Ldl) né rappresenta una minaccia per la salute cardiometabolica. Una parte di esso è utile all'organismo e viene utilizzata per svolgere diverse funzioni come formare la membrana delle cellule e il rivestimento mielinico dei nervi, sintetizzare gli acidi biliari, gli ormoni e la vitamina D necessaria a sua volta per l'assorbimento di calcio.
OCCHIO ALLA STAGIONATURA Un aspetto da considerare è, il livello di stagionatura: più un formaggio invecchia più la quantità di acqua al suo interno si - riduce, facendo aumentare la concentrazione • dei grassi. Perciò, un formaggio stagionato risulta più grasso di un "latticino". Diverso è il caso di quelli "cremosi" (come il Gorgonzola) o "a pasta filata" (come la mozzarella) che pur essendo prodotti giovani contengono un'elevata percentuale di panna. )
Formaggi: non sono tutti uguali Con la parola "formaggi" si indica una grande varietà di prodotti caseari ottenuti dal latte, che tuttavia presentano caratteristiche nutrizionali diverse tra loro e, soprattutto, hanno un contenuto di grassi saturi molto variabile gli uni dagli altri. La componente lipidica dei formaggi varia da meno del 20% per i cosiddetti "formaggi magri", a più del 40% per i formaggi definiti "grassi". Nel mezzo si collocano infine i formaggi "semigrassi". A seconda della tipologia, il contenuto in colesterolo oscilla tra i 60 e i 100 mg per 100 grammi di parte edibile.
Il possibile rovescio della medaglia : Insieme ai vantaggi per la salute cardiometabolica, l'abitudine a portare in tavola quantità elevate di latte e derivati potrebbe avere anche degli svantaggi.
Più grasso corporeo : I ricercatori hanno notato che gli assidui consumatori di prodotti lattiero-caseari presentano in media un indice di massa corporea (Bmi) leggermente più alto e una maggiore quantità di grasso corporeo rispetto a chi ne include meno nella propria dieta. Ciò non è imputabile esclusivamente all'assunzione di latte e derivati, ma è innegabile che questi alimenti, consumati in abbondanza, contribuiscono ad aumentare la quota di grassi assunti con la dieta.
Aumento dell'infiammazione: Il latte vaccino e i suoi derivati hanno un "indice infiammatorio" elevato, cioè possono causare infiammazioni, intolleranze e allergie. Il consiglio è di non bere più di un bicchiere di latte al giorno e limitare il consumo di latticini e formaggi (meglio se freschi) a 2-3 volte a settimana, eventualmente alternandoli con quelli di caprini e ovini, più leggeri e facili da digerire.
Effetto antinutrizionale: A dispetto dell'elevato profilo nutrizionale, latte e derivati creano nell'organismo un ambiente acido, che può compromettere l'assorbimento di diverse sostanze benefiche, tra cui il calcio. A questo si aggiunge l'elevato apporto di sodio presente in molti formaggi che, oltre a causare ritenzione idrica e aumento della pressione arteriosa, altera il normale funzionamento delle cellule.
Occorre ripensare alla dieta .Lo studio inglese non ha dimostrato se sia il grasso contenuto nei latticini ad avere un ruolo nella riduzione dei livelli di colesterolo, o se essa dipenda da un fattore del latte non ancora identificato. Tuttavia, i risultati osservati finora suggeriscono che limitare il consumo di latte e derivati potrebbe non essere necessario per prevenire le malattie cardiovascolari. Piuttosto questi alimenti dovrebbero essere inseriti in una dieta bilanciata, meglio se di tipo mediterraneo, associata a una corretta attività fisica e a uno stile di vita complessivamente salutare.
Latte: intero o scremato? Rispetto al latte intero, quello che viene sottoposto a scrematura (totale o parziale) subisce una rimozione della componente lipidica, che ne determina un minore contenuto di grassi (dallo 0,5 all'1,8%), ma anche di proteine, minerali, vitamine e zuccheri, rispetto a quello intero. Anche i derivati che se ne ottengono risultano più magri e poveri di sodio, ma apportano anche una quantità minore di colesterolo "buono" (HdD, utile per contrastare l'accumulo di quello cattivo nelle arterie, tenere sotto controllo l'ipertensione e mantenere in salute l'apparato cardiovascolare.
Yogurt: un valido alleato Alimento sano e ricco di sostanze benefiche per la salute, lo yogurt può essere considerato un buon alleato per la salute del cuore. Infatti, oltre a essere povero di colesterolo (100 g di yogurt intero bianco ne contengono circa 11 mg) esercita un effetto probiotico grazie alla presenza dei fermenti lattici. Si tratta di "batteri buoni" che hanno la capacità di arricchire la flora intestinale e proteggere l'intestino da infiammazioni e scompensi nell'assorbimento dei nutrienti.